Occuparsi di adolescenti significa spesso occuparsi anche dei loro genitori. Così nel corso del tempo ho avuto l’occasione di conoscere tante coppie genitoriali. Tutte diversissime tra loro, più o meno affiatate, più o meno preoccupate, più o meno comprensive, ma tutte decisamente interessate a sapere qualcosa in più sul proprio figlio.
Sarà perché ricevo in uno studio privato, sarà che indirizzare un figlio a una psicoterapia significa avere a monte un pensiero di un certo tipo e gli strumenti per poterlo compiere, ma non ho mai ho avuto a che fare con “cattivi genitori” (che esistono. No, mettere al mondo un bambino non da automaticamente la patente di santità), anzi, tutti quelli che ho avuto il piacere di conoscere amano sopra ogni cosa i propri figli e sarebbero disposti a grandi sacrifici per aiutarli e sostenerli nel loro percorso di vita.
Mi sono chiesta quindi che cosa fa di una donna o un uomo un genitore efficace.
Prima risposta: il risultato. Ho conosciuto ragazzi splendidi, educati, generosi, brillanti, fiduciosi nelle proprie possibilità, determinati, magari un po’ in difficoltà in un certo momento della vita, ma con prognosi assolutamente favorevoli (e qui spesso mi viene da pensare, e altrettanto spesso esplicitare “beh mamma e papà hanno fatto davvero un buon lavoro”).
Seconda risposta: come sono fatti i genitori, come erano prima di esserlo, le loro inclinazioni personali, le loro attitudini, il modo di leggere il mondo, se stessi e gli altri. Ci sono due questioni sulle quali ho riflettuto molto: la possibilità di intendere se stessi come esseri imperfetti e fallibili, il fatto di poter fare errori insomma, e la capacità di potersi perdonare. Il che non significa cieca indulgenza rispetto a sé, ma il potersi soffermare su aspetti critici del proprio procedere, metterli in discussione, ricalibrare il tiro, ma anche accettare l’errore e l’imperfezione come fatti intrinseci della vita. Si. Anche quella di un genitore.
È una questione di responsabilità, di assunzione di un certo rischio, che inevitabilmente comporta la crescita e l’educazione di un altro essere umano.
I genitori perfetti non servono a nessuno, non è utile proporre un modello inarrivabile ai nostri figli, che poi…dato che la perfezione non è di questo mondo essere perfetti non significa altro che una certa rigidità nell’osservare se stessi e i propri errori in una riproposizione ricorsiva e stagnate del proprio ego.
Quindi sbagliate genitori, poi fermatevi, riflettete, correggetevi, migliorate, perdonatevi, e sarà la migliore lezione per i vostri figli.